C’è un luogo, dove un tempo la vita scorreva, forse lentamente, con i ritmi tipici delle zone di montagna, ma andava avanti, giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno.
C’è un luogo, dove la gente viveva la sua vita in pace e serenità.
C’è un luogo, dove il silenzio era quello della natura incontaminata.
C’è un luogo, in cui il tempo si è improvvisamente fermato, in cui la vita è stata spazzata via, in cui il silenzio è solo quello della morte.
C’è un luogo, in cui il lago non è un posto ameno, in cui passare una bella giornata di sole.
C’è un luogo, in cui i pendii non sono ricoperti di vegetazione lussureggiante.
C’è un luogo, dove le case sono state spazzate via o, se hanno resistito, conservano ancora i segni di un passato, che non esiste più.
C’è un luogo, dove i bambini tornano angeli. E ci sono angeli, che non sono mai divenuti bambini.
C’è un luogo, dove nessuno ha pagato.
Per chi volesse partecipare a Un tè dentro l'armadio, ricordo che tutte le informazioni relative si trovano qui.
Aggiornamento del 23 aprile 2014
Hanno preso il tè con me:
- Accidentaccio - Aspettando Pasqua: come si svuotano le uova di gallina
- Africreativa - Fuoriporta primaverile con papaveri realizzati con riciclo contenitori delle uova (con tutorial)
Aggiornamento del 18 gennaio 2016
Questo post è entrato nella raccolta di
Ecco perché non si deve dimenticare,,,e si deve ricordare. Dopo questo post è difficile pensare al thé...
RispondiEliminaRitengo che ricordare, questa o altre disgrazie simili, sia un nostro dovere.
Elimina♥♥♥
RispondiElimina♥♥♥
EliminaNoi è tanto che vorremo andare a visitare, ma per noi non è proprio di mano! Prima o poi pianificheremo una vacanza estiva da quelle parti.
RispondiEliminaIntanto partecipo a questo tè con le uova decorate e ti auguro di trascorrere una buona Pasqua! http://wp.me/p471Ux-4m
Buona Pasqua, Barbara .... nella tua nuova casa!!!
EliminaCorro a vedermi le uova decorate.
Mia mamma ha perso un'amica lì e me ne ha sempre parlato.
RispondiEliminaUna tragedia che si poteva evitare!
Per fortuna anche a scuola ne parlano ancora.
Sarà la meta della gita di mia figlia maggiore.
Grazie per questo post che ci aiuta a non dimenticare!
Un abbraccio e il mio contributo per il nostro tè (senza virgolette questa volta!) Maria
http://portugalli.blogspot.it/2014/04/addobbo-porta-primaverile-con-papaveri.html
Si poteva evitare, come molte altre tragedie.
EliminaLa guida l'ha spiegato chiaramente: una volta costruita la diga con un grande dispendio di energie e, soprattutto, di denaro non era conveniente chiudere baracca e burattini!
La visita è davvero molto interessante. Noi abbiamo fatto un giro di due ore - che per il Pripi erano più che sufficienti - ma organizzano anche giri più lunghi (tre ore/una giornata intera).
Brava, Maria, questo è davvero il NOSTRO TÈ SENZA VIRGOLETTE!
Vado a vedere il tuo addobbo!
molto suggestive le fotografie. Ho visitato il Vayont parecchi anni fa. Consiglio vivamente anche il libro di Paolini da cui poi ha ricavato quel famoso monologo teatrale.
RispondiEliminaGrazie Stefania, non sapevo ci fosse pure il libro!
EliminaUna tragedia terribile. Speriamo che il ricordo ci eviti altri disastri simili...
RispondiEliminaNe dubito. È nella natura umana dimenticare in fretta e non imparare dal passato!
EliminaRicordare è giusto, purtoppo io credo che chi potrebbe e dovrebbe evitare di far accadere questi disastri abbia la memoria corta....
RispondiEliminaChe tristezza...per tutte quelle vite spezzare a cui nessuno potra mai rendere giustizia. RABBIA!!!
Rabbia, certo!
EliminaMa rabbia anche perché, al di là della catastrofe, la diga è un'opera grandiosa. All'epoca era la più alta del mondo e tutt'ora rimane fra le più alte. L'hanno costruita in un tempo brevissimo - due o tre anni - a dimostrazione che il popolo italico, quando vuole, ottiene risultati di altissimo livello!!! Ha resistito ad un evento così catastrofico, perché di fatto è stata costruita in maniera egregia!
DOPPIA RABBIA!
ciao Federica! Scusa se non sono sono ancora venuta a prendere un tè, nonostante te lo avessi detto ... prossimamente verrò certamente!
RispondiEliminaIntanto ti dico che ho accompagnato una mia classe qualche anno fa e la guida è stata molto esauriente: l'unico neo che ho rilevato è che -pur nella tragicità e colpevolezza- credo sia necessario che quei luoghi -gli abitanti- ritrovino la forza di guardare al futuro con fiducia.
Ricordare assolutamente sì, piangersi addosso assolutamente no!!!
Bacioni!
Ho la sensazione che, a distanza di così tanti anni, di fiducia ne abbiano pochina ... del resto visti i risarcimenti che ci sono stati, il fatto che chi doveva pagare non ha pagato ... beh, mi fa tanto presa per il culo ...
EliminaTanto bello tanto amaro e triste il tuo post.
RispondiEliminaGrazie per averci fatto ricordare .
Lieta Pasqua
Grazie a te per aver ricordato con noi!
Eliminal'ho riconosciuta subito la diga. io ci sono già stata un po' di volte e ogni volta che ci vado mi fa venire i brividi quel posto!
RispondiEliminaciao
Mary
Ti do il benvenuto nell'armadio, Mariangela, anche se in ritardo pazzesco!
EliminaLa vidi da piccola, la diga e mi rimase impressa per anni.
RispondiEliminaE vedere quella diga perfetta, in piedi, fa ancora più impressione...
Vero, anche perché in giro non c'è rimasto nulla. Persino la vegetazione cresciuta sopra i detriti portati già pare senza vita.
EliminaIo non posso dimenticare quel posto.
RispondiEliminaDalla prima volta che ci sono stata, con i ragazzi della comunità dove lavoro, mi sono messa a studiare, a cercare di capire... e almeno ogni due anni ci torno, quasi un omaggio a quelle vittime dell'egoismo e dell'assurdità umana... con i miei figli, perché possano vedere con i loro occhi che la Natura è grande e l'Uomo deve rispettarla, sempre.
E non la rispetta mai, salvo poi chiedersi .... si poteva evitare?
EliminaEpisodio drammatico, da non dimenticare. Toccanti le bandierine :(
RispondiEliminaSì, Anna Maria. Le bandierine sono una botta al cuore.
EliminaHanno colpito persino mio figlio, che, quando ci siamo andati, aveva sei anni.
Immagina l'effetto che hanno fatto a me.