Un’assenza lunga vent’anni o giù di lì, perché è ben vero che Rovereto per noi è proprio qui dietro l’angolo, ma è anche vero che non siamo sempre a Rovereto. Ed è un peccato, perché la città è un vero gioiello e il suo museo più rappresentativo una vera chicca.
Domenica scorsa, ormai immersi nel clima del Centenario, abbiamo deciso di fare finalmente questa visita da tempo proposta dall'esperto di famiglia e l'abbiamo pure fatta furba, sfruttando l'improvviso interesse del Pripi per i soldatini con annessi e connessi.
Inserito in un contesto davvero speciale, un vero castello con tanto di torrioni, il museo è attualmente in ristrutturazione e quindi, purtroppo, non è interamente visitabile.
I lavori in corso, che verranno terminati entro il 2018, non impediscono tuttavia di farsi un’idea precisa delle collezioni e dei tesori qui custoditi. Certo la domandina perfida mi è uscita proprio spontanea: visto che le celebrazioni cominciano quest’anno, non sarebbe stato meglio ultimare la sistemazione della struttura entro il 2014? Magari iniziare un po' prima a sistemare il castelluccio?
A parte questa considerazione, un pensiero istintivo che lascia il tempo che trova, bisogna dire che, rispetto alla nostra ultima visita, di acqua sotto i ponti ne è passata davvero molta e ovviamente certi modernissimi allestimenti sono stati per noi un'assoluta quanto gradita novità.
Ci ricordavamo un numero incredibile di divise ed uniformi, più di quelle che in verità abbiamo visto, ma è probabile che la ristrutturazione in corso abbia creato effettivi problemi di spazio. Comunque sia non ci siamo certo annoiati.
La cosa che più mi piace in questo genere di esposizioni è andare a scoprire gli oggetti di uso comune, quelli facilmente riconoscibili anche dal mio seienne. In questo modo la visita diventa un modo per imparare, divertendoci tutti insieme.
È evidente, poi, che in un museo di questo tipo ci siano anche strumenti che noi, grazie a Dio, non conosciamo, che non fanno parte della nostra vita quotidiana, ma che attirano comunque l’attenzione dei più piccoli.
L’orrore della guerra è ben presente e molto ben sottolineato: le bombe, che nei giochi sono solamente un qualcosa che fa rumore, qui svelano il loro vero volto. E pure i bambini cominciano a porsi delle domande.
Le condizioni di vita dei soldati sono testimoniate da tutta una serie di fotografie, da scritti, da raccolte davvero particolari.
Non mancano gli spunti di riflessione, sparsi qua e là lungo il percorso di visita.
Nel rifugio antiaereo ai piedi del castello è visitabile, ma solo da maggio ad ottobre, un’interessantissima esposizione di pezzi di artiglieria della Prima Guerra Mondiale. Lo scenario di grande suggestione facilita naturalmente la visita con i pargoli che, è inutile dirlo, lì sotto si divertono un mondo.
La visita non completa alle collezioni è stata compensata dalla sorpresa di una mostra temporanea dedicata al Pasubio. Campo di battaglia fra i più tristemente noti della Prima Guerra Mondiale, è stato meta, negli anni, di numerosissime gite ed escursioni. Luogo della memoria assolutamente imperdibile, viene qui ricordato egregiamente con tre sezioni molto stimolanti.
Che dire...sono senza parole. E' che quando vedi e leggi certe cose ti accorgi che esistono davvero...
RispondiEliminaMolto bello questo viaggio che ci hai fatto fare dentro la manifestazione più assurda e terribile della natura umana.
Come hai fatto a spiegare a tuo figlio certe cose.....?
Un bacio <3
Ciao, Fabiola!
EliminaA dire la verità non do mai spiegazioni troppo approfondite, a meno che non mi vengano fate domande precise. Di solito lascio che esplori, nel modo che più preferisce. Non voglio che la visita diventi un'agonia.
Fra il resto poi, quando è in un museo (e qualcuno ormai ne abbiamo visto), io non capisco mai quanto segua, quanto osservi o quanto si faccia gli affari suoi. Eppure, è scientifico, dopo qualche giorno, raramente il giorno stesso, comincia a disegnare quello che ha visto, a "giocare" con le cose che ha imparato, nel senso che le realizza, le riproduce, le metabolizza insomma. Questa è una prassi, succede sempre in queste occasioni, molto di più se facciamo un'uscita in camper. Non faccio sicuramente il conto di quanto ha memorizzato, mi basta vedere che un qualche messaggio è passato, che comunque ci ha meditato, che la visita ha lasciato qualcosa. Credo che alla sua età sia più che sufficiente.
Sono stata in Polonia nei vari campi di concentramento, posso dire che vedere certe cose fa soffrire, e ti cambia per sempre!!
RispondiEliminaSapere che esistevo e sfortunatamente esistono ancora, persone che fanno del male ad altri, che uccidono.. E' molto triste
un abbraccio
Sara
This is Sara
Immagino, Sara, vedere i campi di concentramento è un'esperienza pazzesca. Ne abbiamo visto uno in Alsazia a settembre. Non era molto grande, ma ci è davvero bastato! Capisco bene quello che vuoi dire.
EliminaUn museo molto interessante, con molti spunti su cui riflettere.
RispondiEliminaGrazie per la condivisione. =)
Dani
Sicuramente da vedere, sì! Magari quando verrà ultimata la ristrutturazione nel 2018 ... non nel 1918, come avevo scritto!!!
EliminaGrazie per questo post, il museo è davvero molto
RispondiEliminainteressante. Scusa per il ritardo nel risponderti,
il barattolo sicuramente si può riutilizzare mettendoci
caramelle, cioccolatini ecc.La caffettiera è piccola
quindi è solo per decorare, volendo la bottiglia si
può usare. ciao.
Hamina, non ti preoccupare. Siamo sempre in ritardo con le risposte!
EliminaGrazie per la visita!
Sono sempre stata attratta dai castelli.... forse per lo sfarzo raccontato nelle favole o forse perchè in qualche modo rappresentano un'idea di difesa, di protezione. Il tuo reportage mi ha dato la possibilità di riflettere ancora una volta su questa bivalenza. Grazie per la condivisione!
RispondiEliminaI castelli hanno sempre il loro perché, non c'è dubbio!
EliminaIo adoro i castelli in rovina oppure quelli arredati da cima a fondo.
Anche qui, come vedi, o tutto o niente!
questo me lo segno insieme alla possibilità di fare un giro a Rovereto
RispondiEliminaE fai bene, perché è una meta decisamente interessante!
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