UN TRENO PER CARNEVALE - PARTE TERZA

(continua da qui)

Una volta verificata la fattibilità dell’elemento tridimensionale, che è quello che sinceramente mi preoccupava di più, il lavoro fu relativamente semplice, forse un po’ lungo, ma nulla di particolarmente complicato.

Per prima cosa preparai il cartamodello. Il metodo utilizzato non fu esattamente quello che la mia insegnante di cucito si sarebbe aspettata e di sicuro, assistendo all'operazione, le si sarebbero rizzati i capelli in testa, perché feci tutto quello che non si dovrebbe fare, cioè feci stendere il Pripi sul foglio di carta e lo contornai senza troppi ripensamenti. 

A mia discolpa posso dire, però, che le inevitabili imperfezioni furono eliminate strada facendo.

Una volta ottenuto il bambino di carta posizionai il cartamodello sulla stoffa prescelta, semplicissimo pile nero.

La scelta di questo tessuto aveva una ragion d'essere. Anzitutto, visto che il Carnevale non cade in luglio, non volevo precludere la possibilità di indossare il costume anche all'esterno, in secondo luogo l'idea era di sfruttare la parte tridimensionale come giocattolo a sé, dunque il tessuto morbido era sembrato più adatto.

Le fasi successive si possono descrivere con quattro semplici parole: segnare, tagliare, imbastire e cucire. 

La casacca è volutamente svasata per favorire eventuali corse (meglio pensare a tutte le possibilità).

Considerai anche la possibilità di cucire un pantalone da mettere sotto, ma mi parve un lavoro inutile, che non aggiungesse nulla in più.

Arrivata a questo punto, ero quasi in fibrillazione, perché stava per cominciare la parte più divertente: ricreare il disegno di Chuggington su carta e soprattutto cucirlo, non dopo essermi accertata, però, che la parte tridimensionale fosse proporzionata al secondo cartamodello.

E dunque sì, cara Cristina, hai vinto il premio per l’Indovina dell’Anno 2014, perché proprio dalla pancia del mio bimbo sarebbe spuntata la locomotiva. Bravissima!

La ricerca delle stoffe giuste per trasformare in realtà il mio disegno fu una vera goduria, anche perché riutilizzai tutta una serie di ritagli, che giacevano inutilizzati da un sacco di tempo e che nemmeno ricordavo di avere.

Lo scarto della mia tovaglia natalizia divenne il corpo principale del treno, mentre il cotone blu dei cuscinoni della camera del Pripi servì per il tetto e per la parte inferiore.

Recuperando un pezzettino di lenzuolo della culla, creai i fari.

Con un po’ di cotone bianco e un paio di cerchietti di pile nero feci gli occhi.

Gli originali tergicristalli del disegno divennero sì delle sopracciglia, ma in forma più semplificata, perché la doppia striscia colorata, che - come si vede qui - avevo già tagliato, mi parve appesantire troppo l’espressione del treno. 

Anche le ruote furono ritagliate dal medesimo rettangolo di cotone verde, con il quale avevo foderato un altro dei cuscinoni della cameretta.

Il respingente, infine, riportò alla luce la stoffa arancione usata per confezionare le lenzuola del lettino.

Come si vede nell’ultima immagine, feci una specie di prova generale, fissando i vari pezzi con numerosi spilli: prima di cominciare a cucire, volli essere ben certa del risultato, anche perché il tempo cominciava a stringere e mancava meno di una settimana al Giovedì Grasso 2013.

Ma l’imprevisto, anzi gli imprevisti, erano in agguato.

Poco prima di terminare le ruote, la bobina del filo mi cadde sul pavimento, ammaccandosi vistosamente. Inutile dire che in quelle condizioni il filo smise di scorrere dentro la macchina da cucire. 

L'inconveniente, naturalmente, si verificò in un momento decisamente poco opportuno, una ventina di minuti prima della chiusura del negozio e proprio nel momento in cui all'epoca iniziavo a preparare la cena.

La corsa verso la merceria fu da Guinness dei Primati, me lo ricordo bene (per fortuna che il negozio non dista troppo da casa mia). Entrai nel negozio praticamente senza fiato per parlare, scoprendo che la bobina ... Non ha alcun problema! Eventualmente c'è la possibilità di ordinarne una nuova, perché al momento siamo sprovvisti.

Ma secondo voi uno si mette a correre per la città come un pazzo, rischiando l'infarto, giusto per passare il tempo?

Rientrai a casa esausta e decisamente scocciata, constatando che l'operazione effettuata dal gentile commesso (regolare la vite della bobina) non era servita assolutamente a niente. La macchina continuava a non funzionare.

Per fortuna l'esame del consorte evidenziò un'impercettibile curvatura del metallo, che fu sistemata, in maniera un tantino artigianale, con l'aiuto di una pinzetta, salvando di fatto la possibilità di completare il costume.

Ma i problemi non erano finiti, perché tre giorni prima del Carnevale il Pripi si ammalò, annullando la possibilità di partecipare alla festa della scuola materna e di indossare il costume quasi terminato.

Io però avevo promesso al Pripi un treno per Carnevale e un treno avrebbe avuto, febbre o non febbre. 

Continuai dunque il lavoro, con molta fatica in verità, un po' perché con lui ammalato riuscii a stento a trovare il tempo per cucire, un po' perché, dopo tanta fatica, la delusione di terminare il costume per poi riporlo nell'armadio fu parecchia.

Ad ogni modo rivestii la locomotiva con il pile nero, partendo dai due cilindri più piccoli (caldaia e fumaiolo). Le parti laterali furono cucite a mano con un sottopunto piuttosto fitto.

Prima di cucire il cilindro più grande, applicai il faro, perché Mamma, abbiamo dimenticato di mettere il faro! Vero, l’avevamo davvero scordato! Anche qui sottopunto a go-go.

Non restava che inventare un sistema per poter unire la locomotiva ormai terminata (sottopunto, sottopunto, sottopunto)...

... al resto del costume, ma anche un modo per sorreggerla, visto che comunque, per quanto leggera, da sola non poteva certo stare su. 

Una cintura (fatta scorrere in un passante appositamente cucito sul retro) e una cordina (legata a due anellini laterali) fornirono la soluzione al problema.

Il risultato, devo dire, fu molto soddisfacente, ma sarebbe dovuto passare un anno intero per vedere il costume addosso a mio figlio.

E voi dovrete aspettare ancora un’altra puntata (l’ultima, giuro).

(continua qui)



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9 commenti :

  1. Wow! !! Addirittura indovina dell'anno?!?! No, non direi, ma sei davvero bravissima a descrivere, permettendo così alle immagini di formarsi direttamente nella mente.... e sei bravissima a realizzare qualsiasi cosa.... sai chi mi ricordi? McGiver o la bimba dell'elastico Gadget ( si scriverà così? !?)... ad ogni problema trovi una soluzione! Clap clap! !!!

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    1. Diciamo che ho la testa dura e, se mi metto in mente una cosa ...

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  2. Questo sta diventando un giallo, dopo la bobina e la malattia... temo di scoprire cosa verrà dopo!
    Che impegno e devozione alla causa, complimenti ^_^

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  3. Nooooooooooooooo il bimbo ammalato noooo dimmi che è guarito in tempo! e nooooooooooooooooooo ancora devo aspettare per vedere l'ambito costume!!
    Sadica. Brava geniale, ma sadica. :P
    :D

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    1. No, non è guarito in tempo.
      Ok, un po' sadica lo sono!

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  4. Che ingegnossima realizzazione... giura che la prossia volta lo vedremo finito... =)))
    Daniela

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    1. ...ovviamente volevo dire: prossima.

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    2. L'ho giurato sopra!
      Sì, ancora una (anche perché, sennò, sai che palle con 'sto treno!)

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