LA COMPOSIZIONE FLOREALE

L’angolo blu della mia camera è costituito da un piano di cristallo, vagamente somigliante ad una mezzaluna, sormontato da un importante quadro con la cornice azzurro polvere. Su di esso poggiavano, ormai da anni, alcuni oggetti che avevano una funzione puramente decorativa: sulla destra una grande candela bianca, tonda come una palla, decorata con fiori secchi del colore del cielo e alcuni libri fotografici posti uno sopra l’altro, il più alto dei quali sfoggia una copertina blu, che pare studiata apposta; sulla sinistra un vaso largo e basso, che non penso abbia mai ospitato dei fiori freschi, uno alto e stretto dello stesso identico colore e un portacandele di Thun, perfettamente in tinta con tutto il resto.

I due vasi, da tantissimo tempo, contenevano dei fiori secchi. Nonostante io abbia da anni eliminato questo tipo di decorazioni dalla mia casa, a questi non ho mai rinunciato, perché questi fiori avevano un significato speciale: il primo era un bellissimo mazzo di lavanda ricordo di uno spettacolare viaggio in Provenza, sopravvissuto allo scorrere del tempo grazie al sistema di pulizia spiegato qui, la seconda era un rosa che mi aveva regalato la mia mamma, quando è nato mio figlio.

L’angolo blu sul lato sinistro, si presentava quindi più o meno così.

Dico più o meno, semplicemente perché il mazzo di lavanda aveva appena subito il suo ultimo lavaggio, dopo il quale mi sono resa conto che ormai aveva fatto il suo tempo e non era più recuperabile. Preciso che gli steli sono qui ancora legati con un elastico proprio per favorirne la pulitura e, dunque, il mazzo di fiori appare molto più brutto di quello che era in realtà. Ho scattato questa foto, a camera già smontata e a mazzo già sulla via della discarica, semplicemente per potervi mostrare il prima di quello che vi mostrerò dopo.

La decisione era già stata presa da tempo: eliminare e modificare. 

Eliminare, prima di tutto, il portacandele della Thun, che - voi non lo vedete - aveva subito ammaccature tali da non poter essere più mimetizzato, e la candela, con cui mio figlio aveva ripetutamente giocato da piccolino ed era ormai l’ombra di sé stessa; sbarazzarsi, poi, del mazzo di lavanda e spostare (o buttare? certo che no!) la rosa.

Ammetto che gettare nel bidone il portacandele è stato quasi terapeutico, un po’ meno togliere di mezzo la lavanda, perché ricordo ancora con nostalgia il piccolo Museo della lavanda nel quale l’avevamo acquistata, un posto incantevole in mezzo alla campagna provenzale, e - insomma - mi è dispiaciuto parecchio.

In tutto questo, però, l’idea di lasciare completamente vuoti quei vasi, dopo anni che erano stati pieni, non mi piaceva per nulla. Quindi, dopo un viaggetto in cantina per rendermi conto del materiale a disposizione, ho recuperato dei rami secchi (comprati per realizzare una composizione che non ho mai realizzato) e li ho tagliati in maniera tale che non fossero sproporzionati rispetto al vaso.

Sempre in cantina ho recuperato una di quelle spugne sintetiche, che si usano per realizzare le composizioni floreali e che avevo giù utilizzato in altra occasione (mai gettare questo tipo di materiale, serve sempre, basta riporlo lavato ed asciugato per la volta successiva). Visto che era troppo grande, l’ho tagliato con un normale coltello da cucina e l’ho inserito nel vaso.

Con delicatezza ci ho infilato i rami, cercando di tenerli sufficientemente distanziati per creare un effetto il più naturale possibile.

Per la decorazione dei rami ho usato delle bacche finte, alle quali però ho tolto le foglie di stoffa. Le avevo comprate anni fa e mi erano costate un patrimonio. La qualità del prodotto è dimostrata dal fatto che le foglie possono essere levate e ricollocate a piacere per dare l’effetto desiderato. Ovviamente le ho messe da parte.

Ho quindi inserito le bacche nel vaso, intrecciandole con i rami già collocati.

Da una spettacolare e, ad occhio, pure costosissima composizione di fiori di stoffa regalatami moltissimi anni fa e ormai smontata da tempo, ho recuperato alcune rose bianche. (No, non dormo in una specie di serra! Fiori secchi e di stoffa si sono susseguiti in tanti anni, in diverse composizioni, che sono state di volta in volta modificate, eliminate o sostituite a seconda delle esigenze o dell’estro del momento). Comunque sia alle rose recuperate ho tolto il gambo, perché troppo lungo.

Ho poi incollato le corolle ai rami, usando della colla a caldo. Non ne ho messi molti, perché volevo una composizione molto essenziale.

Per ricoprire la spugna sintetica, veramente brutta a vedersi, ho utilizzato dei sassolini di vetro blu, identici al vaso. Li avevo comprati una vita fa e giacevano inutilizzati da troppo tempo, così tanto che neppure me ne ricordavo; per fortuna sono venuti in mente a mio marito.

A questo punto la mia nuova composizione era pronta per essere collocata. Mi piace parecchio (almeno per ora), perché volevo un qualcosa di fresco e molto leggero. 

Il portacandele di Thun è stato sostituito con un piattino di vetro blu, fra il resto identico ai vasi (e mi domando, perché non ci ho mai pensato prima) e mi pare molto più adatto. Il vaso sottile rimarrà vuoto.

E la rosa? Non penserete mica che io abbia gettato l’unico fiore superstite regalatomi per la nascita di mio figlio? 

Dov’è finita? Qui ...

… proprio vicina alla scatola delle rose.



Questo post è ospitato su

#53 di Laura.



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8 commenti :

  1. hai tante idee,complimenti..ne voglio vedere altri..

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  2. Mi piace tantissimo la nuova soluzione!!! Molto più fresca e pratica!!!
    Se ti può interessare, prendi la Valentine Tag che trovi da me oggi!!!

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    1. Grazie, Carla. Ho visto il tuo post, ma io non festeggio mai San Valentino, non mi piace proprio!

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  3. molto carina la composizione pure il pollice verde ciai ... due post in pochi giorni un lavorone ahahaha

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    1. Giusi, questa composizione adesso non esiste più. Durata il giusto, fino a che non mi sono stufata ed ho cambiato di nuovo!
      Comunque, per la cronaca, non due post in pochi giorni, ma quattro in un giorno (ripubblicati l'altro ieri). Te ne sei persa due.
      Il fancazzismo nella vita reale porta indubbi vantaggi alla sistemazione del blog.

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