Capisco che chi, la settimana scorsa, sia entrato ne Il labirinto di Carletto e Luigino ed abbia già incontrato il maiale parlante possa oggi, aspettandosi da un momento all’altro l’incontro surreale con un’oca su una Ferrari, cominciare a ritenermi squilibrata (e non solo assolutamente pazza come ha sottolineato Sabrina Carta e Cuci).
D’accordo, il titolo fa schifo, avete ragione, ma non me ne è venuto uno migliore (non è che, alle sei del mattino, io sia sempre così sveglia). Se, quindi, avete un qualche suggerimento o un’idea migliore, fatemelo pure sapere, io sono favorevole alle critiche costruttive. Non dimenticate, però, di coniugare il concetto di giro dell’oca con quello di Gran Premio di Formula Uno.
La settimana scorsa, leggendo del Gioco dell’Oca fatto in casa da Doria, mi sono ricordata di averne fatto uno con il Pripi più o meno un anno e mezzo fa. Come ho scritto nel commento l’avevamo realizzato, unendo con dello scotch normalissimi fogli riciclati in formato A4. La particolarità di quel gioco stava nel fatto che i disegni erano fatti interamente a mano e completamente inventati da noi. Ci eravamo molto divertiti a crearlo, anche se non eravamo riusciti a giocarci molto, perché l’attaccatura era abbastanza precaria e non era durato molto. È abbastanza logico che dieci/dodici fogli tenuti assieme dallo scotch a lungo andare diventino inutilizzabili.
L’idea era comunque buona, sicuramente da perfezionare, ma ancora sfruttabile; così venerdì scorso ho proposto al Pripi di ripetere l’esperimento, ma … attenzione … con una modifica che ha subito catturato la sua attenzione.
Dovete sapere che il pupo, cinque anni d’età, sta sviluppando una vera passione per i motori: disegna in continuazione macchine di Formula Uno, parla con dovizia di particolari dell’ultimo Gran Premio, ascolta con interesse ogni notizia relativa a piloti, prove, griglia di partenza e altre amenità simili. Il tutto con grande gioia del suo papà, si capisce. Io ovviamente non so quasi di cosa stia parlando, ma mi adeguo mostrando un interesse che in verità non ho e partecipando con gioia alle sue personali gare di Formula Uno che, normalmente, si svolgono già alle prime luci del giorno, nell’oretta fra il risveglio (il suo) e l’uscita da casa. Mediamente alle 8.30 abbiamo già archiviato cinque o sei gare con tanto di telecronaca: un modo meraviglioso per prendere coscienza del mondo.
Detto questo, avrete già capito, gli ho proposto di creare sì un nuovo giro dell’oca, ma un giro dell’oca speciale: quello del nostro personalissimo Gran Premio. Lo so, sono masochista, non crediate io non abbia previsto le inevitabili conseguenze, ma – vi giuro – è stato assolutamente fantastico.
Vi racconto come è andata.
Mi ero già procurata un grande foglio di carta da pacco bianca. Questa volta ho preferito escludere i fogli riciclati, vista l’intenzione di conservare il gioco anche per altre partite future. Abbiamo recuperato tutti i pennarelli a nostra disposizione e ci siamo messi al lavoro.
Con un pennarello indelebile (arghhhhh!!!) ho disegnato il tracciato, tenendo come riferimento una delle macchinine di Lego già costruite. Lego piccolo, mi raccomando, se non volete creare un circuito di dimensioni spropositate, lasciate il Lego grande (= Duplo) per un’altra occasione.
Perché proprio un pennarello indelebile? Solamente perché il nero era scarico e a noi serviva proprio quello, mica puoi fare una pista gialla, no? Non sto a spiegare i motivi per cui mi sono appropriata del pennarello, assumendomi l’incarico di disegnare personalmente il tracciato: chi ha un pavimento in legno penso possa capire!
Per delimitare in maniera netta la pista, abbiamo deciso di disegnare ai suoi lati, e per tutta la lunghezza del percorso, un prato. Niente fiori però, questo è un Gran Premio serio!
L’idea iniziale di creare piccoli ciuffetti di erba ordinati è stata ben presto abbandonata a favore di linee orizzontali dalle quali fuoriuscivano steli stilizzati e molto meno riconoscibili. Ok, non è bellissima come soluzione, ma il Pripi era più che felice di aver trovato un metodo più veloce. Alla fine, poi, proprio nel centro del foglio, ancora un altro cambiamento: un pratico scarabocchio verde e via.
Beh, ma a noi che importa? Non siamo mica ad una mostra di pittura! Tutto va bene, basta che sia verde e serva allo scopo!
Un elemento che non può mai mancare in un giro dell'oca è l'ultima importante casella, superata la quale sei certo di avere la vittoria in tasca. Nel nostro caso è stata evidenziata dalla classica quadrettatura bianca e nera. Voi lo sapete, vero, che la bandiera bianca e nera da sempre segnala la fine della gara e delle prove libere e ufficiali? (Questa l’ho letta adesso su Wikipedia, così faccio finta di essere ben informata sul mondo dei motori!). E, naturalmente, come nella realtà non può mancare il podio.
Quindi, non vi preoccupate, qualcosa da vincere c’è in questo gioco e il color giallo cacchetta non è giallo cacchetta, come si potrebbe pensare ad un primo sguardo, è oro!
Così come è stato creato il traguardo, abbiamo anche evidenziato la linea di partenza sulla quale sventolano due piccole bandiere verdi!
A questo punto non restava che disegnare tutte le altre caselle con il pennarello nero, operazione che per i motivi già evidenziati ho fatto io, meritandomi pure una bella foto. Ma quante sono? … Mi sembrano tantissime! … Proviamo a metterci i numeri, così le contiamo!
Li faccio io, li faccio io! … Certo, ma falli abbastanza piccoli, così rimane anche lo spazio per i disegni.
Il Pripi, dunque, con molto entusiasmo ha cominciato a scrivere i numeri, arrivando più o meno al 18, poi – giustamente – si è stancato e per un po’ li abbiamo scritti a turno, uno io e uno tu. È stato davvero solo per un po’, perché al traguardo ci sono arrivata da sola. Che il circuito fosse grande era chiaro fin da subito, ma arrivare a 180 caselle non è forse troppo?
Su un circuito di Formula Uno non possono mancare i cordoli, ma che scherziamo? Arrivate alla curva le automobili, lanciate a tutta velocità, mica possono andare fuor dritte. Dai allora, passami il rosso … bianco rosso, bianco rosso, bianco rosso ... Mamma, ho sbagliato, ho saltato un quadretto … Non importa, è il nostro circuito, vale lo stesso.
La parte forse più divertente nella preparazione del gioco è stata, però, creare le caselle speciali, quelle che non mancano in nessun giro dell’oca, quelle che scombinano le carte, che ti mandano o avanti oppure indietro, che ti eliminano dal gioco, che ti rimandano all’inizio, che ti fanno fermare per uno, due o tre giri. Qui abbiamo scatenato la fantasia, mettendone un po’ qui e un po’ lì, senza seguire un ordine preciso.
Casella 80 – Incidente! Hai perso la ruota (quella verde scoppiata e mancante), quindi ti devi fermare per un giro.
Casella 14 – Ingrana la marcia! Avanti fino alla casella 22 (le piccole righe marroni sul retro dell’automobile indicano la velocità).
Casella 99 – Cambio gomme! Fermo un giro (non manca neppure l’omino blu con un nuovo treno di gomme vicino).
Casella 153 – Pioggia! Fermo per due giri.
Casella 39 – Olio in pista! Ritorna alla casella 33 (la chiazza di olio parrebbe più un lago nel quale affondare che una chiazza su cui scivolare, ma poco importa).
Casella 93 – Sorpasso! Avanti di 4 caselle (la macchina superata è quella al centro, quella più veloce è scarabocchiata sopra il numero).
Casella 26 – Si è rotta la rotellina (?) del motore. Torna ai box (casella 20) (quello nero non è un piccolo sole, ma la rotellina suddetta, che poi – una volta arrivati ai box – viene rimessa dentro la macchina).
Casella 126 – Si spacca il motore! Sei eliminato! (il motore è quella cosettina nera all’esterno dell’automobile)
Casella 44 – Piccolo problema alla ruota. Torna al n° 1 (notate l’aria che esce dalla ruota stessa, deduco che abbiate forato).
Al Pripi piace molto disegnare, lo avrete di certo intuito, quindi inventare questo giro dell’oca è stato davvero divertente, così come lo è stato pensare ad un vero Gran Premio, riportare sulla carta le normali situazioni di una gara, adattarle al nostro gioco, creare un evento e prevederne le conseguenze. Quasi tre ore trascorse senza neppure accorgercene.
E finisce così? Certo che no! È ora di giocare!
Recuperato il dado blu di gomma, abbiamo scelto le nostre pedine! Ma sono tutte automobiline? … Ovvio, qui si corre davvero! Sei piloti su altrettante macchine (l’alettone posteriore non deve mancare, mi raccomando) tutte rigorosamente numerate!
Visto che abbiamo giocato con tre pedine a testa, mi è parso utile stabilire i turni per tirare, vi garantisco che – senza questo utile promemoria – il vostro cervello dopo pochi tiri, andrebbe completamente in tilt e comincereste ad avere le visioni (provare per credere). I numeri corrispondono naturalmente a quelli che il Pripi ha scelto e appiccicato sulle singole automobili.
Siete provati, lo vedo!
Prima di spegnere il computer, però, non dimenticate di andare a scoprire il gioco proposto oggi da Barbara: un’interessante mappa del tesoro.
Se avete perso le nostre proposte giocose della settimana scorsa, le potete trovare qui assieme a quelle di altre amiche e, naturalmente, al regolamento per partecipare.
Arrivederci a martedì prossimo!
Bellissimo questo gioco! Avete fatto una pista gigantesca!!!
RispondiEliminaSennò che gusto ci sarebbe? Non ti dico quanto sia divertente!
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